I nostri artisti

Lavagna: Simone De Paoli, libri e canzoni in beneficenza

Benché l’interesse di Simone De Paoli, lavagnese di 43 anni, per la musica e la scrittura risale ai lontani anni in cui ancora frequentava le scuole medie, sarà soltanto più avanti nelle vita che questo sfocerà in una vera e propria produzione artistica. È infatti da adolescente che De Paoli contatta altri giovanissimi insieme ai quali forma una band di musica rap, “Poeti dell’asfalto”, che nel 2003 pubblica un demo intitolato “Fuori programma”, a cui segue nel 2006 la pubblicazione del singolo “Dove sarai”, purtroppo ultima uscita del gruppo che cessa l’attività per dissidi interni poco prima della pubblicazione dell’album “Violenza acustica”, le cui canzoni rimarranno tutte inedite. Il desiderio di scrivere, già presente in De Paoli, si concretizza ancora più di recente: è infatti del 2019 l’esordio con il romanzo “Jack”, seguito nel 2022 dal secondo titolo, “La scelta”, entrambi autopubblicati. Da sottolineare come De Paoli abbia sempre donato il ricavato delle sue produzioni in beneficenza: nel caso del brano “Dove sarai” al Comitato Assistenza Malati Tigullio per aver assistito il padre, mentre gli incassi delle vendite di “Jack” furono dati al reparto di Pediatria dell’ospedale di Lavagna, dove fu ricoverato il figlio appena nato, e quelli de “La scelta” al reparto di Neuropsichiatria infantile e adolescenziale dell’Asl 4, per motivi legati alla storia raccontata nel libro che lui stesso ci spiega.

Perché hai deciso di mettere su una tua band? “La musica mi è sempre piaciuta: già alle scuole medie provai a scrivere testi che poi però non hanno preso forma. È stato quando conobbi un ragazzo di Rapallo, Lorenzo, con cui mi trovai subito bene, che iniziai a registrare in casa canzoni rap, con il solo ausilio di un computer e di un microfono. Ciò che facevo attraverso la musica era esprimere me stesso”.

Di cosa parlavano le vostre canzoni? “Agli inizi trattavano temi tipicamente giovanili come l’amicizia, l’amore, il divertimento. Proseguendo, ci siamo cimentati con argomenti più seri: ‘Dove sarai’ è dedicata a mio padre, morto prematuramente di tumore; tra le canzoni rimaste inedite una era dedicata al Giorno della Memoria e conteneva un dialogo tra Primo Levi e Oscar Schindler; un’altra parlava della storia di un mio amico che aveva perso i genitori e poi era diventato padre. Sono affrontate anche le classiche tematiche dell’hip pop come il rispetto e la voglia di emergere con la musica. Alcuni versi di queste canzoni chiudono i capitoli del primo libro, ‘Jack’, a dimostrazione di quello che la musica rappresenta per me”.

Come ti sei avvicinato alla scrittura? “Anche in questo caso tutto è iniziato molto tempo fa: frequentavo le medie, un pomeriggio al doposcuola l’insegnante spronò me e un mio amico a scrivere una storia e venne fuori un racconto horror, genere di cui ero appassionato a quel tempo. Incominciai così a buttar giù idee, osservavo quello che accadeva intorno e prendevo appunti. ‘Jack’ nacque dall’osservazione tutte le mattine di un clochard che dormiva su un marciapiede: di tutte le idee quella nata dalla visione del clochard mi sembrò la migliore e da lì si sviluppò la storia”.

Di che genere sono i due romanzi che hai scritto? “Sono due storie drammatiche, influenzate dalla mia natura pessimistica. Ciò nonostante gli si può dare una chiave di lettura di speranza. ‘Jack’ racconta la storia di un padre che si ritrova fuori di casa ma ama follemente sua figlia e per riconquistare la sua famiglia deve ricostruire tutto partendo da zero. Jack rappresenta l’amore viscerale dei padri verso i figli e come questo permetta di superare le difficoltà. Tutto nacque dall’aver immaginato cosa sia accaduto nella vita al clochard che vedevo tutte le mattine”.

Le storie narrate hanno qualche legame con la tua vita reale? “Per tratteggiare l’amore paterno di Jack mi sono ispirato all’idealizzazione della figura di mio padre, che io non ho praticamente conosciuto perché è mancato giovanissimo quando avevo solo quattro anni. L’amore che Jack ha per sua figlia ricorda anche l’amore che io ho per mio figlio di 7 anni. Anche ‘La scelta’ contiene tanti riferimenti alla mia vita: ci sono i luoghi dove sono cresciuto (Chiavari e Lavagna), compaiono personaggi che ho conosciuto, il protagonista, Christian – la cui storia è raccontata dall’infanzia all’adolescenza- forma una band come me, con i sogni e le speranze che avevo io. Proprio come è accaduto a me, Christian presenta il suo disco a Radio Aldebaran e la sua paura e la sua gioia rispecchiano le mie emozioni di quegli anni. Il titolo del libro richiama le scelte compiute dal protagonista nei rapporti con gli altri, in un contesto di disagio mentale incompreso, da cui Christian cerca di uscire attraverso la musica. Viene raccontata l’accettazione del figlio da parte della madre e la difficoltà di trovare una cura adeguata. Per questo ho scelto di donare il ricavato al reparto di neuropsichiatria infantile e adolescenziale dell’Asl 4”.

Come scrittore a quali autori ti sei ispirato? “Avendo una visione pessimistica della vita mi sono sempre piaciute le storie drammatiche. Uno scrittore che amo molto è Khaled Hosseini, autore de ‘Il cacciatore di aquiloni’ e ‘Mille splendidi soli’. Mi piacciono anche autori relativamente più leggeri, come Stephen King e Ken Follett. A livello locale adoro Valeria Corciolani, sia come scrittrice che come persona, rimasta umile nonostante il grande successo raggiunto”.

Qual è il tuo prossimo progetto? “Il mio sogno è realizzare un lungometraggio di ‘Jack’, di cui ho scritto la sceneggiatura dopo aver seguito corsi specifici. Il problema è che autopubblicare un libro non ha nessun costo, mentre produrre un film richiede professionalità che vogliono essere pagate. La mia battaglia sarà quindi volta z reperire fondi. Penso a un crowdfunding”.