Terza nella classifica internazionale

Vela/ “Lega Navale Chiavari, Valia Galdi, orgoglio nostrano”

Dalla Comunicazione Lega Navale Italiana Chiavari

Terza assoluta nella classifica internazionale della parasailing donne Hansa 303 Valia Galdi, orgoglio nostrano. Nuove entusiasmanti per la nostra velista-architetta.

Mentre in questi giorni andavano in scena le Olimpiadi di Parigi (e il 28 agosto partiranno i Giochi Paralimpici), la nostra velista-architetta Valia Galdi ha fatto una scoperta bellissima: risulta infatti terza assoluta nella classifica internazionale della Parasailing donne Singolo Hansa 303! Un risultato che ufficialmente è uscito a luglio di quest’anno e che solo ora la velista 59enne ha potuto scoprire con gioia e rinnovato entusiasmo. Delle sue doti non avevamo dubbio: in pochi anni, grazie ad un mix di talento, impegno e passione, è arrivata quarta ai Mondiali del 2023 in Olanda e la sua storia sportiva (e non solo) è motivo di orgoglio per tutta la Lega Navale di Chiavari-Lavagna. Ai primi di settembre Valia sarà impegnata con l’allenamento federale seguito dalla regata interregionale a La Spezia insieme al gruppo sportivo paralimpico della Difesa con atleti liguri e toscani, mentre a fine settembre parteciperà al Campionato Italiano Classi Olimpiche e Paralimpiche.

Una storia di rinascita quella di Valia, che dopo un incidente nel 1997, si è riorganizzata sotto tanti punti di vista: personale, lavorativo e sportivo. E’ proprio grazie alla LNI di Chiavari-Lavagna e all’incontro con Umberto Verna, suo attuale allenatore, se nel recente 2018, è entrata ufficialmente nel mondo del parasailing (che aveva sperimentato già a Genova) raggiungendo in brevissimo tempo risultati sempre più sorprendenti e convocazioni in Nazionale. Un altro incontro decisivo è stato quello con il tecnico Filippo Maretti che le ha trasmesso competenze e rinnovato entusiasmo.

Oggi la bella notizia di questa classifica è un’ulteriore soddisfazione: “Dopo l’incidente del 1997 ho rimesso tutto in discussione – ci spiega – . Posso dire che ci ho provato, sotto tanti punti di vista la strada è stata in salita, ma oggi posso reputarmi soddisfatta e sento ancora di dover crescere. Anche nel lavoro ho approfondito le tematiche dell’accessibilità, benessere ambientale e inclusività: inevitabilmente ho sperimentato sulla mia pelle cosa vuol dire veramente non riuscire a spostarsi con una carrozzina (sono stata seduta lì quasi un anno) o non avere servizi su misura e così da lì ho specializzato il mio lavoro su progetti di accessibilità degli spazi e sul turismo inclusivo. In tutto questo, nel 2003 sono anche diventata mamma, un’ulteriore gioia ma anche una sfida per la mia vita”.

Fondamentali sono stati anche gli incontri con atleti della squadra di alto livello che ha frequentato per vari mesi in un anno che hanno alle spalle storie complesse e “che avrebbero avuto tutto il diritto ad essere arrabbiate per i disagi che vivono in situazioni discriminanti, ad esempio l’arrivare in hotel che non risulta così accessibile come si presenta – sottolinea Valia -. Mi hanno trasmesso una notevole capacità di mantenersi aperti, solari, fiduciosi, sereni. Tutto questo mi ha colpito molto e in qualche modo mi ha cambiata. Il loro modo di affrontare le situazioni è per me esemplare”.

Valia nei periodi di allenamento esce in mare almeno tre volte alla settimana: “Essenziale la costanza che ti permette di acquisire familiarità e sensibilità con la barca: fare vela è molto simile al mio mestiere, perché prendi in considerazione diversi aspetti – racconta – gareggiare è geometria, nello spazio naturale in cui siamo immersi occorre interpretare la geometria del campo, delle regolazioni, della memorizzazione dei dati e delle esperienze; è continuo apprendimento e hai a disposizione anche una buona dose di creatività, tanti aspetti sono pure intuito ma occorre anche l’organizzazione. E’ una continua sfida che ti fa raggiungere livelli prima quasi inimmaginabili”.