I nostri artisti

Chiavari: Rino Giannini, la scuola come teatro, il teatro come scuola

Per il primo artista di teatro ospite della rubrica “I nostri artisti” il fatto che il palcoscenico non sia la sua unica professione non incide per nulla sul suo talento artistico e sulla sua passione per il teatro che, come ci spiega lui stesso, è un tutt’uno con la scuola. Rino Mario Giannini, professore di latino e greco per vent’anni consecutivi (2001-2021) al Liceo Marconi Delpino di Chiavari, dove ha impiantato la scuola di teatro da dove sono usciti futuri allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, è prima di tutto un innamorato del teatro, delle sue specificità, dei suoi pregi e dei suoi “difetti” che diventano ancora una volta pregi. Più volte alunno di corsi di teatro a cura dello Stabile di Genova e a sua volta docente di Storia del Teatro presso l’Università della Terza Età di Genova, l’elenco dei lavori teatrali a cui Giannini ha partecipato è infinitamente più lungo di quelle delle scuole in cui ha insegnato, e sì che comprende anche la città di Colonia, in Germania, paese dove ha anche recitato, conoscendo perfettamente il tedesco, studiato al Goethe Institute di Genova. La regia di “La Passione di Gesù Cristo” di Metastasio; la riduzione, l’adattamento e la recitazione in “Gianni Schicchi” o nel “Processo a Socrate o ancora nello spettacolo “Tu passerai per il camino” sono soltanto alcuni dei ruoli di una carriera lunga oltre trent’anni e che vanta una vasta presenza in spettacoli di cabaret, a teatro e in televisione, a fianco di nomi noti come nel caso di Zelig e “Scherzi a parte” e diversi ruoli in spettacoli teatrali delle rete televisiva RTL di Colonia, nonché nel film “Erdbeereis MIT Liebe”da essa prodotto. Tutto ciò senza citare gli spettacoli messi in scena con gli studenti del Liceo di Chiavari e rappresentati a Siracusa (“Le Rane”di Aristofane), (“Aulularia”) e Palinuro (“Antropos Politico Zoon”, “Ares odioso fra gli dei”, “Verre Connection”, “Re Ugola”): da Ecuba alle Nuvole ad Euripide fino a Gaber, ad uno spettacolo sull’Aids e a varie puntate della trasmissione “Viaggio in Liguria” in onda su Primocanale.

In quale contesto è nata la sua passione per il teatro? “A scuola. Quando hanno rifatto tutto il Porto Antico a fine anni Ottanta il Secolo XIX organizzò un concorso per le scuole, ‘Ciao Mondo’. Noi partecipammo con una quinta ginnasio e facemmo una ricerca sui paesi di nome Genoa negli Stati Uniti. Scrivemmo all’ambasciata americana e mettemmo su uno spettacolo basato su un testo americano, che passava dall’epoca del muto a quella del sonoro. Vincemmo. Uno dei ragazzi di quella classe di mestiere ora fa l’attore al Teatro Stabile di Genova, Alberto Giusto”.

Qual è stata la prima volta che ha calpestato il palco di un teatro? “In uno spettacolo tratto da un testo molto divertente di Ceckov, ‘La domanda di matrimonio’, nel ruolo di un vecchietto sordo. Era il 1990”.

Si trova meglio nel ruolo di attore o in quello di regista o in entrambi? “Sono due cose completamente diverse. L’attore si deve adattare a quello che gli propongono. Fare il regista richiede molto tempo di preparazione, per esempio per ‘Le Troiane’ di Euripide ho inventato una lettura da parte di un messaggero delle parole di Adolf Eichmann: è lo studio di un’idea. L’attore fa quello che gli dicono, il regista dà indicazioni su cosa deve essere fatto, dà una sua visione d’insieme: tutti i movimenti in scena”.

Quindi? “Fondamentalmente preferisco il ruolo di regista perché i testi li scrivo io, vedi arrivare in fondo tutto il percorso partito da un’idea. Fare attore e regista insieme è complicato. Il ruolo del regista è più attivo, a 360 gradi. Scelgo anche le musiche. È un lavoro di progetto”.

Ha recitato in spettacoli e film tedeschi: da dove nasce questo suo rapporto con la Germania? “Quando si deve scrivere una tesi in latino e greco bisogna sapere il tedesco, è la grande scuola dei grecisti e latinisti tedeschi. Per via delle mie materie di studio: i padri della moderna filologia otto-novecentesca sono tedeschi. Poi ho grande affetto per la Germania e mi piace molto anche la lingua, molto razionale e precisa”.

Qual è il suo ruolo preferito da attore? “Ho fatto per tanti anni cabaret, i pezzi comici mi piacciono tantissimo. È bellissimo veder ridere la gente, fare una comicità che faccia riflettere però, non fine a se stessa. Quindi un ruolo comico. Invecchiando mi piacciono anche i temi legati all’Olocausto, sempre con una parte più ironica (barzellette degli ebrei contro Hitler). Nella realtà della vita il lato comico e il lato triste si mescolano: mescolare i due è quello che mi piace fare di piu”.

Qual è l’opera più bella che ha diretto? “ Con i ragazzi sono state ‘Le Rane’ di Aristofane. Siamo andati al Festival di Siracusa: di grande soddisfazione, di mattina eravamo al teatro piccolo, alla sera al Teatro di Siracusa. Per cose che ho fatto io, quando sono stato a Zelig non è stato niente male: a Milano mi ricordo una serata con Teresa Mannino, la cabarettista. Non è solo lo spettacolo che fa piacere fare ma il luogo in cui lo si fa. Per esempio a Genova ho fatto uno spettacolo sull’umorismo nel Chiostro di piazza San Matteo, un luogo formidabile”.

Qual è il valore aggiunto di una esperienza teatrale per uno studente di liceo? “Dovrebbe diventare una materia di studio scolastico, diventano amici, si creano gruppi. I ragazzi che fanno teatro sono di tutti e tre gli indirizzi a Chiavari (classico, scientifico, scienze umane) e si superano eventuali attriti, emergono potenzialità che seduti al banco rimanevano nascoste. Aiuta la stima di sé, è commovente perché alla fine di questi percorsi alcuni ragazzi hanno ringraziato per quanto sono riusciti a dimostrare. Poi è un modo divertente e stimolante per conoscere ciò che si studia a scuola: un anno abbiamo fatto uno spettacolo sulla mafia e un ragazzo che faceva Tommaso Buscetta si è studiato sul web tutti i modi di porsi di Buscetta. È studio, approfondimento, dà una grande preparazione culturale che fa crescere. A scuola facciamo due spettacoli, uno a dicembre – tanti piccoli pezzi (quest’anno sulla guerra) – e un altro a maggio, una commedia o una tragedia”.

Che cosa accade in lei quando recita? “A parte il piacere enorme di raccontare storie, il tempo si contrae in modo incredibile. Per me particolare è la fine perché ci si rende conto che così come è stato quella sera (luogo, pubblico, emozioni) non si ripeterà mai più. Il teatro è l’arte del momento. Ogni sera è un’esperienza diversa”.

Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole fare l’attore in Italia oggi? “E’ un mestiere complicato: se ha la fortuna di fare una scuola dove c’è un progetto di teatro ci si deve iscrivere subito. Un mio alunno, Michele De Paola, recita in ‘Rapito’ di Bellocchio: è andato in Francia, ha studiato il francese. Bisogna studiare tanto, incamerare conoscenze, cultura, lettura e prima o poi tutto tornerà utile. Frequentare un liceo classico è fondamentale: studiare letteratura, filosofia, arte, storia, musica. Prima di tutto studiare, a partire dalle materie di scuola, oltre che gli insegnamenti tecnici. È fondamentale avere un bagaglio culturale. In molti provini richiedono di inventarsi un personaggio legato a fatti storici, ad esempio. Non si può essere solo uno strumento, vi devo mettere qualcosa di mio. Un bagaglio su cui costruire la propria personalità”.

Qualche anticipazione sullo spettacolo del prossimo anno con gli alunni della scuola di teatro del Liceo Delpino di Chiavari. “Speriamo che vada avanti il progetto. Bisogna vedere quanti ragazzi sono: l’anno scorso erano settanta, molti. Fino a dicembre facciamo fare qualcosa a tutti, per maggio c’è una piccola scrematura. Di mio, farò uno spettacolo sulla vita di Shakespeare accompagnato da due musicisti che suoneranno musiche barocche del tempo. Riprenderò gli spettacoli sull’umorismo antico e sull’Olocausto. Terrò poi due conferenze-spettacolo: una sugli attori nel mondo antico, in Grecia e a Roma; una seconda sullo spazio e tempo nel teatro, partendo dai Greci fino al giorno d’oggi, compresi sull’architettura dei teatri antichi”.

Ricordiamo di segnalarsi o di segnalare artisti locali all’indirizzo alessandraoneto1986@gmail.com. Uscirà un’intervista ogni sabato!