Chiavari: portici, verso l'inserimento nel Patrimonio Unesco - LevanteNews
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Stasera in consiglio comunale

Chiavari: portici, verso l’inserimento nel Patrimonio Unesco

saldi estivi, Caruggio Chiavari, residenti e turisti

Nonostante non sia la sola in Italia ad averli – pensiamo a Bologna, Padova, Bolzano, per non parlare di Cuneo –, Chiavari è universalmente chiamata “la città dei portici”. Non sorprende dunque che nel Consiglio comunale di questa sera venga discussa un’interrogazione, presentata dai consiglieri Giovanni Giardini e Nicola Orecchia, avente ad oggetto il punto sul progetto relativo all’inserimento dei portici di Chiavari tra i beni del patrimonio dell’Unesco. Una proposta avanzata più di dieci anni fa dall’ex sindaco Roberto Levaggi, ripresa nel 2018 dall’amministrazione Di Capua, che ha avviato un percorso di valorizzazione dei portici, coinvolgendo l’Università di Genova nella realizzazione di un dossier in materia, poi bloccatosi a causa del Covid.
L’attributo di “città dei portici” si deve ad una serie di straordinarie peculiarità. Innanzitutto la significativa estensione – ben 5 chilometri – calcolata in relazione alle dimensioni della città cui si aggiungono l’estrema diversità di forme, materiali e dimensioni dei portici stessi. Non ultimo, inoltre, il fatto che l’edificazione dei portici è avvenuta con continuità nei secoli, dal Medioevo fino ai giorni nostri.

I più antichi sono quelli a monte del Caruggio dritto, la strada più ampia del centro medievale: si trovano, procedendo da ovest a est, in via Raggio, via Bighetti, via Ravaschieri, via Costaguta, via Entella. Questi sono conosciuti anche come portici neri, per via del colore dell’ardesia con cui sono costruiti. Proprio con il nome di “Palazzo dei Portici Neri” è chiamato l’antico edificio di piazza Fenice. Situato nel cuore del centro storico di Chiavari, il gotico Palazzo dei Portici Neri risale al 1400: posizionato ai piedi del Castello e nei pressi delle mura medievali, ha subito diversi rifacimenti, ma la facciata conserva ancora la caratteristica alternanza di fasce in marmo e ardesia, restaurata nel 1959. In origine pare appartenesse al conte Opizzo Fieschi. Percorrendo uno dei tanti vicoletti ci si ritrova in Caruggio, o via Martiri della Liberazione, caratterizzata da file di portici su entrambi i lati, come le parallele via Rivarola, dove si possono ammirare eleganti capitelli con raffigurazioni umane, e via Remolari. Il percorso continua poi verso Lavagna in via Vittorio Veneto, attraverso la quale si giunge in piazza Roma, con gli edifici liberty che le fanno da corona e poi, oltre, in Corso Dante e, lungo la ferrovia, in corso De Michiel, fino ad arrivare sul lungo Entella.

Al visitatore resteranno nella mente le sorprese che riserva ogni scorcio, con pilastri, capitelli e arcate di materiali e forme diverse, con i segni evidenti di interventi stratificati nel tempo: pilastri cinturati con fasce metalliche, arcate chiuse, ribassamenti di archi e volte resi necessari da antiche sopraelevazioni abitative. Questi eleganti passaggi coperti conferiscono al centro storico un’atmosfera romantica e unica e una connessione armoniosa tra le strade e gli edifici circostanti. Camminando sotto i portici, ci si immerge in un viaggio nel tempo, ammirando la maestria degli artigiani che hanno contribuito a creare queste opere d’arte architettoniche. Oltre all’aspetto estetico, i portici di Chiavari sono testimoni di una storia ricca e affascinante. Attraverso gli anni, hanno assistito a cambiamenti sociali e culturali, ospitando incontri, eventi e celebrazioni. I portici offrono anche una soluzione pratica per gli abitanti, consentendo alle persone di passeggiare e fare acquisti indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, creando un ambiente accogliente e vivace.

Elemento architettonico e testimonianza di storia e cultura, i portici riceverebbero una giusta valorizzazione dall’entrare a far parte del prestigioso patrimonio Unesco. Ma per questo ci vorrà ancora un po’ di tempo…