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Borzonasca: da Campori a Barcellona, la carriera nella moda di Alessandro Della Cella

Alessandro Della Cella è un giovane fashion designer di 27 anni, originario di Borzonasca, che lavora in Spagna, a Barcellona, per una multinazionale della moda. Il suo percorso in questo settore è iniziato quando, dopo essersi diplomata in ragioneria, si è iscritto a Naba, Accademia di Belle Arti di Milano rinomata nell’ambito della moda e del design. Dopo la laurea conseguita nel 2019, con una specializzazione nel menswear design, cioè in moda per uomo, e un corso sul 3D seguito durante la pandemia, Della Cella fa la sua prima esperienza professionale con Candiani Denim, azienda tessile milanese ed eccellenza italiana del jeans, dove resta per tre anni. Ormai denim designer, qualche mese fa è stato chiamato da Massimo Dutti, brand di lusso del gruppo spagnolo Inditex (di cui fanno parte marchi del fast fashion come Zara, Oysho e Berska), per curare la parte uomo del settore denim. Della Cella si è dunque trasferito a Barcellona, contento di poter crescere professionalmente, “perché cambiare è imprtante, fa parte di un percorso lungo e fatto di piccoli passi, il cui punto d’arrivo è diventare direttore creativo, magari di un brand di lusso”, come dice lui stesso.

Cosa ti ha portato a scegliere di intraprendere questa carriera? “ Il mondo della moda e dei vestiti mi ha sempre affascinato. Quando ero ragazzino non trovavo mai cose che mi piacessero completamente, per cui le tagliavo, le dipingevo sia per cambiarle sua per farle mie. Mi è sempre piaciuto lavorare il prodotto, così come osservare come sono vestite le persone, farmi un’opinione, conoscere la storia della moda, scoprire i vecchi indumenti. Ho scelto questo lavoro perché è la cosa che mi piace fare, che mi fa stare bene. Mi pace vestire e vestire gli altri. L’inizio, con il trasferimento a Milano, non è stato facile, essendo la moda un mondo molto competitivo e io vi arrivavo senza alcuna conoscenza e da un contesto difficile come quello ligure”.

Che cosa hai imparato negli anni di studio? “L’università mi ha innanzitutto aperto la mente, facendomi conoscere persone nuove, con cui ho stretto legami duraturi, sia del mio ambito che di altri campi, ma comunque sempre del mondo artistico, essendo la moda un’espressione dell’arte. Ogni anno dei tre di università è stato migliore del precedente: il primo è stato difficile, poi mi sono sentito man mano sempre più sicuro e all’altezza. Ho imparato a cucire, a fare un cartamodello, a disegnare, a conoscere i tessuti, la storia della moda. L’università mi ha dato la basi per poter lavorare, ho imparato come si realizza un capo partendo da zero”.

In cosa consiste il tuo lavoro? “Ad oggi è disegnare e creare tutto il denim di Massimo Dutti uomo per la collezione autunno-inverno, primavera-estate e alcune collezioni speciali. Studio, scelgo il tessuto, il lavaggio, il modello, proviamo. Mi interfaccio molto con la parte vendita, dove sanno cosa va di più in una certa parte dell’anno piuttosto che in un’altra. Quello che faccio qui è per me tutto nuovo, non avevo mai lavorato così prima d’ora. I ritmi sono molto alti”.

Che tipo di capi disegni? “Principalmente pantaloni, anche giacche”.

Che cosa ti hanno insegnato le esperienze lavorative fatte a Milano? “Candiani ha rappresentato un’esperienza che mi ha permesso di arrivare a dove sono adesso. Lì ho imparato a conoscere i tessuti denim e il processo completo di lavorazione, che avviene interamente a Milano e comprende anche molta attenzione alla sostenibilità. Nei tre anni passati in quest’azienda ho acquisito le basi di quello che è il lavoro di un fashion designer, perché la conoscenza della specificità di un tessuto è la base fondamentale. Vivere a Milano, fin dai tempi dell’università, mi ha dato la possibilità di nutrire la mia curiosità, caratteristica essenziale del mio lavoro”.

Che cosa contraddistingue il brand Massimo Dutti? “Il suo stile minimal, pulito, elegante, raffinato. La qualità è molto più alta degli altri brand Inditex, i dettagli sono più curati. All’interno del gruppo Massimo Dutti è il brand che si avvicina di più al lusso, anche per quanto riguarda i tipi di tessuti lavorati”.

Ci sono differenze tra il mondo della moda italiano e la realtà spagnola? “Sicuramente lo stile, quello italiano è unico nel suo genere, il nostro know how fa invidia a tutto il mondo. In Spagna ci sono meno brand che in Italia, fatta eccezione per il gruppo Inditex”.

Com’è vivere in Spagna? “A differenza dell’Italia, qui c’è una cultura più forte del saper godere del tempo libero. Il lavoro non è tutto, come invece a Milano: si esce, si va nei locali, si fa sport. Barcellona è una città che mi piace, si vive bene, il costo della vita è basso, c’è sempre il sole e il mare è distante pochi chilometri, cosa che apprezzo molto, venendo dalla Liguria”.