"bravo docente è chi aiuta l'allievo in difficoltà"

Rapallo: “A proposito di Julio Velasco e di bravi insegnanti”

Giacomo Daneri

Da Giacomo Daneri già dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Rapallo

C’è anche un motivo personale di felicità per la straordinaria impresa della nazionale femminile di pallavolo alle Olimpiadi, sotto la guida di Julio Velasco.
Il 30 giugno 2022 alla fine dell’ultimo Collegio da Dirigente scolastico all’Istituto comprensivo
Rapallo, un paio di mesi prima di andare in pensione, i miei docenti tra le tante sorprese me ne
fecero una davvero particolare: un video in cui Velasco si rivolgeva a me e mi formulava gli auguri per la nuova fase della mia vita. Grazie ad una professoressa di Scienze motorie e sportive, che aveva un contatto con lui, erano riusciti a farmi un regalo davvero inaspettato. E mi aveva colpito la disponibilità di questa persona.


C’era una ragione per cui i miei docenti avevano fatto in modo che io ricevessi questi auguri
speciali: più volte avevo utilizzato un video, https://www.youtube.com/watch?v=YtLiWP6NO6w
(vale veramente la pena guardarlo), che avevo mostrato proprio durante più di un Collegio dei
docenti, in cui Velasco spiegava il suo concetto di gioco di squadra.
In modo divertente, l’allenatore “rimproverava” i suoi giocatori, perché tendevano ad addossare
agli altri le responsabilità, anche dei propri sbagli: lo schiacciatore si lamenta con l’alzatore perché non gli ha alzato la palla come lui vuole; l’alzatore se la prende col ricevitore che non gli ha passato bene il pallone e il ricevitore non sa con chi prendersela, perché non può chiedere al battitore dell’altra squadra di battere in modo che sia facile la ricezione.
La descrizione si attagliava perfettamente al gioco dello scaricabarile, che avviene spesso in un
Istituto comprensivo: i docenti delle medie (mi perdoneranno i fautori del purismo scolastico che parlerebbero rispettivamente di Secondaria di primo grado, Primaria e Infanzia) incolpano le maestre delle Elementari se arrivano dei ragazzi con problematiche, mentre le docenti delle
Elementari se la prendono con quelle del segmento precedente, l’Infanzia, in un circolo vizioso che non serve a niente e a nessuno.
A me l’esempio serviva per far capire come fosse importante conoscersi, parlarsi e intendersi su un linguaggio comune, tra docenti di ordini differenti; abbiamo messo in atto in quegli anni un
tentativo di costruire dei linguaggi e dei terreni comuni di lavoro, senza che nessuno si mettesse in atteggiamento di pretesa nei confronti di altri. Vince una squadra, soprattutto nella scuola, non le primedonne: per educare un ragazzo ci vuole un intero villaggio.
Ma quel video contiene un altro passaggio cruciale, quando Velasco afferma che uno schiacciatore deve schiacciare bene palloni alzati male. Credo di non aver trovato migliore definizione di un docente in gamba: bravo docente non è chi fa delle belle lezioni o chi ama ascoltarsi o chi ha bisogno di un pubblico o chi usa la severità fine a se stessa. Bravo docente è chi, in qualunque momento del percorso scolastico, dà delle chances a quel ragazzo che, per mille motivazioni, non ce l’ha o non ce le potrebbe avere, chi le prova tutte per trovare la chiave giusta che permetta a quel ragazzo di sentirsi valutato, nel senso della stima e della preziosità. Come dice Atticus Finch a suo figlio in una pagina memorabile de “Il buio oltre la siepe”, non sempre si vince, perché è una partita veramente difficile, ma qualche volta, sì, si vince.

 

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