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Chiavari: depuratore, le ragioni del Comitato che dice no

Generico luglio 2024
Da Andrea Sanguineti, Comitato no al depuratore in colmata (ricordiamo solo che il depuratore di Rapallo non è attiguo al porto, ma al Golf, fiore all’occhiello del Tigullio ndr)

Ringraziamo ancora una volta la redazione di Levante News per la costante attenzione su un tema così importante come la costruzione del depuratore in colmata a Chiavari.

Comprendiamo l’imbarazzo di Iren nel presentare le caratteristiche di un impianto concepito nel 2015.Purtroppo rispetto al passato e alle preoccupazioni del Comitato e dei Chiavaresi non ci sono novità.
La tecnologia utilizzata da Iren , come sottolineato da tempo dai nostri tecnici , prevede alti costi di manutenzione ma sopratutto energetici.
Peccato che l’impianto di Chiavari, visto il sito dove è ubicato,  non prevede l’uso di energia rinnovabile. Il costo in bolletta sarà dunque altissimo e inoltre si produrrà molta CO2 e questo cozza con le politiche europee che puntano alla indipendenza energetica e alla riduzione di emissioni di anidride carbonica.
Ovviamente Iren non tratta il tema dei fanghi reflui perché non prevede il trattamento per trasformarli in biogas o biometano , ciò comporterebbe un circolo virtuoso, economico ed ambientale , risparmiando quindi sui costi di gestione dell’impianto.  Così nel 2024 i fanghi verranno trasportati su camion che transiteranno, per la gioia dei diportisti, sulla banchina del porto di Chiavari(non è prevista la costruzione di strade alternative).
Iren inoltre ammette ancora una volta che il riutilizzo dell’acqua depurata sarà molto limitato.
Nel 2024 pensiamo che il riutilizzo delle acque dovrebbe essere pressoché totale per agricoltura e industrie.
Per quanto riguarda l’impatto odorigeno dire che l’impianto sarà completamente chiuso rispetto all’ambiente esterno ci sembra il minimo e non rassicura affatto il chiavarese.
Secondo tecnici da noi interpellati il camino odorigeno posto al centro del porto turistico ha una altezza insufficiente (sette metri) per salvarci dalla puzza, per usare un linguaggio comprensibile.
Il recente impianto di Rapallo e quello di prossima costruzione di Sestri levante non sono costruiti in centro città e nemmeno vicino al porto turistico e i camini sono alti più del doppio rispetto a quello previsto per il depuratore di Chiavari.
La stessa Iren prevede,  secondo le sue mappe, che i miasmi potrebbero arrivare in centro a Chiavari scrivendo che “il piano odorigeno prevede condizioni di accettabilità dell’odore”
Secondo l’azienda e presumiamo secondo il Sindaco,  il chiavarese che sentirà un po’ di odore deve essere contento perché il livello sarà accettabile.
Sempre Iren per l’impianto di Cornigliano simile ,per  caratteristiche e ubicazione, a quello che si vuole costruire a Chiavari scrive che “ i miasmi sono limitati all’area industriale”
Quindi sempre per il gestore ma ,fatto ancora più grave,  per il sindaco di Chiavari il porto, la passeggiata a mare, le case adiacenti sono da considerarsi area industriale.
Tralasciamo “per carità’ di patria” tutte le criticità sollevate dallo studio dell’Università di Parma sulle difese a mare.
Il comitato rimane fiducioso che su una opera del genere  che costerà alla collettività probabilmente ben oltre 150 milioni di euro, l’amministrazione comunale vorrà aprire un confronto con la città.
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