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San Colombano: la musica impegnata e non di Laura Merione

Laura Merione, violinista di 46 anni che si divide tra Liguria e Piemonte, alla formazione “classica” del Conservatorio affianca fin da subito lo studio di repertori violinistici tradizionali e la ricerca su temi connessi al proprio territorio, conseguendo la laurea in Etnomusicologia al Dams di Bologna. Oltre all’attività concertistica, profondamente affascinata dall’incontro con altre forme di espressione artistica, ha suonato per la danza, spettacoli teatrali, reading e mostre d’arte. Tra le produzioni teatrali, diverse quelle allestite per Anpj, in particolare con Mercedes Martini e Getto Viarengo: da “Binario 21” a “Le parole di Elena”, da “Il cappotto di Virgola”, a “Il sogno partigiano. – Pensieri e cronache nei giorni della resistenza”. Con la Compagnia Lunaria Teatro collabora allo spettacolo “Storia di un cantastorie: Cereghino detto Sciallin”. Realizza progetti di musicoterapia in centri e strutture ospitanti anziani, persone con handicap e problemi psichiatrici. Per molti anni si dedica ad un’intensa attività di studio e riproposta di musica tradizionale (repertorio ligure e dell’appennino, svedese, balfolk) sia fondando i gruppi Häxdans, Musicaio e Macramé sia collaborando con altri musicisti o gruppi (Ariondassa, Rinaldo Doro, Vincenzo “Chacho” Marchelli, Mauro Manicardi). Negli ultimi anni l’attività concertistica si concentra prevalentemente in collaborazioni con gruppi o cantanti che propongono cover e/o brani di propria composizione. Oltre ai concerti porta avanti l’attività didattica, con particolare attenzione alla didattica inclusiva. Scopriamo la particolarità delle sue esperienze musicali e artistiche.

Com’è entrata la musica nella tua vita? “Da bambina me la proposero i miei genitori come attività oltre la scuola. Ho iniziato a suonare il violino un po’ per curiosità, poi mi è sempre più piaciuta ed è diventata una parte importante della mia vita”

Cosa ti ha portato a suonare il violino? “In principio sono stata indirizzata, io volevo suonare invece il clarinetto. Provai il violino, che è uno strumento su cui col tempo mi sono trovata. È stato un rapporto, quello con lo strumento, che ho coltivato via via. Oggi sono contente di aver studiato questo, perché mi trovo meglio con gli strumenti a corda che con quelli a fiato”.

Di quali territori ha studiato la musica? “Il primo incontro con la musica tradizionale sul violino è stato in Svezia, quando vi andai al liceo per un gemellaggio scolastico. Lì conobbi un violinista tradizionale che mi regalò trascrizioni e dischi. Mi piacque molto la musica svedese tradizionale, anche perché in Svezia il violino è il suo strumento principale. In seguito mi sono interessata alla musica tradizionale dell’Appennino ligure e piemontese che ho suonato per vent’anni. Anche la mia tesi di laurea è dedicata al repertorio di cantastorie della Val Fontanabuona”.

Parlaci dei progetti di musica a contatto con malati e disabili. “È stata una parte importante del mio lavoro per più di vent’anni. Usavo la musica come veicolo di emozioni e come elemento di benessere della persona facendo partecipare le persone coinvolte, in modo che la vivessero in prima persona. Ero io a organizzare questi momenti in case di riposo, centri diurni; in questi contesti ho anche collaborato con ‘Il Sentiero di Arianna’, cooperativa che si occupa di progetti in ambito sociale”

Quale è l’esperienza che ti ha coinvolto di più? “Questa è una domanda difficile perché in tutto quello che fai ci metti un po’ di te. Ho avuto la fortuna di partecipare a cose che mi hanno coinvolto. I progetti in ambito sociale sono stati molto rilevanti per la loto valenza emotiva. Gli spettacoli di musica tradizionale mi sono piaciuti perché riguardavano la mia terra d’origine, la val Fontanabuona. I contesti che amo di più sono quelli dove la musica è combinata con altre forme artistiche. Per quanto riguarda i concerti collaboro con cantanti singoli o gruppi e in questo momento è la cosa che mi dà più soddisfazione. Un’altra esperienza che ho avuto molto a cuore è stata con mia sorella Anna, chiamata ‘Seven Silent Duos’, un progetto che combinata musica, poesia e meditazione per accompagnare le persone ad un ascolto molto consapevole. È stata un’esperienza che ha riscontrato grande gradimento di pubblico, un modalità di intrattenimento molto particolare e significativa nata nel periodo del Covid”.

Quali generi musicali suoni attualmente? “Prevalentemente collabori con singoli o gruppi che propongono canzoni inedite o cover sua livello sia registrate in studio”

Con quali artisti e gruppi collabori? “Aldo Ascolese, l’anno scorso con Paola Chetti Maestri e con gli Yo Yo Mundi, con Daniele Gennaro. Dal 2016 fino all’estate 2023 ho collaborato con I Mandillä, con cui ho registrato due dischi; anche se attualmente la collaborazione si è interrotta, non ptdnfo seguire la loro attività”.

Quali concerti hai in programma per quest’estate? “Moltissimi, molti con Aldo Ascolese. Poi ho in costruzione due progetti nuovi. Quest’anno mi concentro su questo, perché sono impegnata con la didattica, quest’estate ho un concorso”.