"Gappisti a Chiavari", il libro di Davide Serafino alla Zafra - LevanteNews
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Sabato 11 maggio

“Gappisti a Chiavari”, il libro di Davide Serafino alla Zafra

Generico maggio 2024

Tra l’aprile e il maggio del 1970 fece la comparsa una delle primissime formazioni armate italiane: i Gruppi di azione partigiana. La storia del Gap è, indubbiamente, la storia del loro fondatore, Giangiacomo Feltrinelli, ma è anche la storia di una rete, un network si direbbe oggi, di militanti e di compagni che ruotavano intorno alla figura dell’editore. Inoltre, la storia dei Gap, inevitabilmente, incrociò quella delle più importanti formazioni del periodo, come Potere operaio e le Brigate rosse, ma anche di organizzazioni “minori”, come i genovesi del Gruppo 22 ottobre, ai quali i Gap spesso sono stati sovrapposti. Tra i due gruppi vi fu un’indubbia vicinanza e una comunanza di pratiche, si pensi alle interferenze televisive di Radio Gap, e probabilmente anche un travaso di militanti, ma mai una completa sovrapponibilità.

Questo lavoro non vuole essere “solamente” una ricerca su Feltrinelli, ma prova a ricostruire, per la prima volta, le vicende della struttura armata fondata dall’editore. I Gap, in realtà, furono un gruppo atipico e probabilmente nemmeno un gruppo vero e proprio – non avevano una struttura solida e organizzata e i le varie realtà locali presentavano molte differenze tra loro –, ma una rete di relazioni intessuta dall’editore con singoli militanti e con porzioni di altre formazioni, tanto che appare verosimile, almeno nei suoi caratteri generali, l’opinione di Giambattista Lazagna secondo cui i Gap erano una sigla universale utilizzata da Feltrinelli per i gruppi clandestini a lui collegati, che poi l’editore cercò di dotare di una strategia comune. Il volume si avvale della testimonianza inedita di un gappista mai identificato, Vittorio Battistoni, che ebbe un ruolo di primaria importanza per una formazione come quella dei Gap, e che lavorò a stretto contatto con l’editore fino alla mattina di quel tragico 14 marzo 1972, ultimo giorno di vita dell’editore.

La rete gappista era articolata in una serie di “nodi” locali, autonomi l’uno dall’altro, ma pronti a collaborare per alcune questioni specifiche, soprattutto di carattere logistico. Tra i “nodi” più importanti si ricordano quelli di Genova, di Milano e di Trento, senza dimenticare che alcuni militanti legati all’editore erano attivi anche a Torino, a Bologna, a Roma e in Toscana. Questi ultimi non costituirono gruppi già pronti ad agire, ma realtà che si preparavano ad esserlo. Una realtà importante e particolare fu quella di Chiavari, non una semplice succursale di Genova ma un vero e proprio “nodo”, che ebbe caratteristiche e svolse funzioni a sé stanti e in cui, oltre a Battistoni, rivestì un ruolo di primo piano Emilio Perissinotti.

I Gap non sopravvissero al proprio fondatore e i loro militanti ebbero destini diversi: chi si avvicinò alle nascenti formazioni armati, soprattutto alle Brigate rosse; chi si avvicinò ai gruppi della sinistra rivoluzionaria; che rientrò nei partiti storici della sinistra e chi, scosso dalla morte violenta di Feltrinelli, si ritirò a vita privata.

Generico maggio 2024