Politica

Chiavari: “Dal Cantero alla caserma dei carabinieri di Sestri

Da Luca Garibaldi, consigliere e capogruppo del Partito Democratico in Regione Liguria

Ciao,

si sono aperte due profonde discussione sul modello di sviluppo questa settimana. Da un lato il caso di Stellantis, con l’ipotesi della partecipazione dello Stato nel gruppo ex FIAT per sostenere la transizione all’elettrico, in risposta alle ultime dichiarazioni del Presidente di Stellantis in merito al disimpegno in Italia. Un altro elemento di una politica industriale che manca da parte del Governo (che affronta la crisi del settore automobilistico italiano mescolando annunci roboanti a soluzioni dimesse).

Dall’altra la crescita esponenziale in tutta Europa delle proteste degli agricoltori, in un cortocircuito che mette in contrapposizione transizione ambientale e attività agricola, in una fase critica per il mondo agricolo, segnato dalla  fine dei sussidi temporanei, alla competizione internazionale, dal calo della produzione per gli eventi climatici, dal crollo del reddito, dai costi spropositati delle materie prime e dell’energia, dalla concorrenza sleale di prodotti esteri che hanno standard inferiori ai nostri per qualità e sostenibilità.

In entrambi i casi il tema ha un filo che li lega: insistere sul fatto che la transizione verde abbia un cuore rosso, cioè non si scarichi su lavoratori e forze produttive, ma li sostenga in questa trasformazione, come tutte le trasformazioni non semplice, sia a livello europeo che nazionale.

Che l’economia non versi in buone acque e che i segnali non siano ottimi se ne stanno accorgendo tutti, tranne il nostro Presidente di Regione, ormai ostaggio della sua ansia di declamare “le magnifiche sorti e progressive” della Liguria sotto la sua illuminata guida, assume toni e posture surreali. Sulla sanità dove – e lo vedremo più sotto – snocciola dati su dati per nascondere il proprio fallimento. E sul lavoro, nella settimana in cui si certifica che la Liguria è l’ultima regione d’Italia per nuove imprese, con oltre 1000 in meno rispetto al 2022. Un trend che è in crescita, indicativo di un’economia profondamente divisa – con il boom del turismo a cui non corrisponde una crescita dei redditi medi in Liguria – e minacciata da fattori esterni – come la crisi in Mar Rosso che impatta sulla portualità ligure. Ma per Toti va sempre tutto bene, basta negare tutto, anche l’evidenza.

TOTI, “NOI MODERATI” E LA FUGA DAL MISURARE IL SUO PARTITO IN LIGURIA. SCENE DI UN DECLINO
Una piccola nota politica rispetto alle Europee e Toti.

È passata un po’ sotto silenzio la notizia della rottura tra Noi Moderati, il partito di Lupi e Toti (che ne è presidente) e Forza Italia in merito alla possibilità di costituire una lista comune alle Europee. In tutta risposta Noi Moderati ha annunciato il classico “andiamo da soli” anticipando che la lista autonoma puntava al 4% e che – in particolare – tutti i dirigenti del partito sarebbero stati candidati alle Europee per dare forza al progetto. Quindi anche Toti si sarebbe dovuto misurare con il voto alle Europee con la lista del suo partito, così come deciso a Roma (immagino anche con il suo contributo, essendo il Presidente di quel partito).

Il coraggio di Toti però è durato lo spazio di una nottata. Nel giro di poche ore è arrivata la smentita del Presidente della Regione che ha annunciato che non si candiderà e che il suo movimento in Liguria potrà votare chi vuole nel centrodestra alle Europee. Singolare: “Noi moderati” a Roma, “Noi invisibili” in Regione.

È l’ulteriore certificazione del declino di Toti e della sua debolezza evidente, che certifica lui stesso fuggendo dal misurare la sua forza politica nella Regione che amministra in una competizione elettorale nazionale, preferendo scomparire per non fare arrabbiare nessuno dei suoi alleati.

TRE SCUOLE LIGURI SU QUATTRO INACCESSIBILI PER GLI STUDENTI DISABILI
In Liguria quasi tre scuole su quattro non sono a misura di studente disabile: siamo la regione peggiore in Italia. È quanto emerge dai dati Istat del 2023, che fotografano la situazione drammatica dell’edilizia scolastica ligure, con plessi vetusti – il 37%, contro la media nazionale del 18% – che hanno urgente bisogno di investimenti, ristrutturazioni e messe a norma.

Secondo la ricerca, le barriere più frequenti sono l’assenza di ascensore, di servo scala, di bagni a norma e di rampe interne per il superamento di dislivelli, ma anche di ausili senso-percettivi che supportino gli alunni con disabilità sensoriali.

Se, come osservano tanti insegnanti, la sensibilità è cambiata e si riesce a inserire disabili gravi anche in scuole superiori di secondo grado, sarebbe ora che anche le istituzioni facciano la loro parte e che Regione Liguria impieghi nel modo giusto le risorse del PNRR.

Siamo di fronte a un’occasione unica per garantire a tutte e tutti un giusto accesso all’istruzione e alle strutture scolastiche, sfruttiamo i fondi regionali ed europei perché il diritto alla studio sia davvero tale.

La Giunta Toti smetta di accampare scuse sull’assenza di interventi sistematici e di risorse da Roma: al governo c’è il centrodestra, richiedano quanto necessario e mettano in sicurezza le scuole liguri.

LA DESTRA TAGLIA SULLE PRESTAZIONI PER I MINORI FRAGILI
Nonostante gli annunci, la Giunta Toti continua a tagliare sulla sanità: l’ultimo caso più eclatante è quello della neuropsichiatria infantile, con una delibera di Alisa che viola ogni principio di appropriatezza della cura.

Per Alisa non contano le cure al singolo minore, ma le prestazioni a cui ha diritto un bambino o un ragazzo con gravi disabilità neuropsichiatriche vengono pensate a “pacchetto”, come al supermercato: una scelta che viola ogni principio di appropriatezza della cura e contrasta non solo con la Costituzione e il diritto alla salute, ma anche con le norme del sistema sanitario che regolano le prestazioni.

Queste prestazioni terapeutiche rientrano nei Livelli essenziali di assistenza e pertanto vanno garantiti senza tetti generici.

Toti, tramite ALISA, sceglie nei fatti di tagliare le prestazioni e di porre pure le famiglie di fronte ad una scelta: o accetti le prestazioni, anche se sono di meno di quelle che servono, oppure ti cancelliamo dalle liste d’attesa.

Un modo indecente di far scorrere le liste d’attesa, non aumentando il personale, ma diminuendo i servizi, costringendo le famiglie a cercarsi fuori – dai privati – le prestazioni che il servizio sanitario regionale non garantisce.

Il tutto con l’aggravante che la Regione non garantisce neppure più la presa in carico dopo i 14 anni, e una volta diventati maggiorenni non ci sono più percorsi sanitari garantiti.

Negli anni abbiamo stanziato risorse importanti per abbattere le liste d’attesa, ma la destra ha solo in testa l’idea di spingere tutti. volenti o nolenti, verso il privato.

Nella conferenza stampa di lunedì scorso abbiamo chiesto l’immediata revoca di questo documento: la riabilitazione è un vero e proprio diritto che va garantito indipendentemente dall’età dell’assistito.

IN LIGURIA UNA PROPOSTA DI LEGGE SUL FINE VITA
Il fine vita è un diritto universale alla scelta e alla dignità. Tutti i Consiglieri regionali del PD, così come quelli del Movimento Cinque Stelle e di Linea Condivisa hanno aderito sin da subito all’appello dell’Associazione Luca Coscioni sulla richiesta di una regolamentazione per quanto riguarda la morte volontaria medicalmente assistita anche in Liguria.

Oggi alle 11.30 terremo una conferenza stampa assieme all’Associazione Coscioni per presentare la loro proposta di legge, che si sta discutendo in molte regioni italiane.

Attualmente, nonostante l’assenza di una legge nazionale, individui che vivono in condizioni di sofferenza fisica o psicologica insopportabile pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale possono già avere il diritto di accedere all’aiuto medico per la morte volontaria, conosciuto come “suicidio assistito” grazie alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani. Non vengono però garantiti tempi certi nella procedura di verifica e attuazione di tale pratica.

In assenza di una legge quadro nazionale resta un vuoto normativo insostenibile, che costringe i pazienti e le loro famiglie a tortuosi e lunghissimi iter processuali per vedere riconosciuti i propri diritti, mentre l’applicazione potrebbe essere riconosciuta dai sistemi sanitari regionali, con rigore e trasparenza.

Con la nostra iniziativa abbiamo fatto un primo passo: speriamo che anche altre forze in consiglio intendano sottoscrivere la proposta dell’Associazione Coscioni e auspichiamo che si possa sviluppare in aula una discussione larga e attenta al riconoscimento di un diritto di civiltà e di libertà e che il Consiglio Regionale decida di colmare con una legge questa enorme lacuna di civiltà.

NEL 2023 LE LISTE DI ATTESA SONO CRESCIUTE DI 850.000 PRESTAZIONI.
A DIRLO È PROPRIO LA REGIONE
Nel punto stampa di qualche giorno fa, il Presidente Toti, insieme all’assessore Angelo Gratarola, ha ufficialmente certificato il fallimento del Piano ‘Restart Liguria”, il piano di recupero delle liste d’attesa. Le dichiarazioni di Alisa, l’agenzia regionale per la salute, non lasciano spazio a dubbi: nel 2023, dopo le iniziative annunciate dalla Giunta Toti per abbattere le liste d’attesa, i risultati sono andati nella direzione opposta: un aumento di quasi un milione di prestazioni in lista d’attesa, per la precisione 850.000.

Il quadro delineato dal direttore di ALISA Ansaldi è disastroso, le decisioni di investimento degli ultimi due anni sono state un fallimento evidente: l’acquisto continuo di prestazioni dai privati, senza una strategia definita e senza un focus sul potenziamento del personale ospedaliero, ha portato a un aumento esponenziale delle liste d’attesa, nonostante la crescente spesa di risorse (circa 60 milioni di euro, andati in gran parte ai privati).

E qual è la soluzione che si propone nel 2024? Continuare a fare la stessa cosa. In un quadro in cui le singole Asl sono già in disavanzo e dove Toti è passato da annunciare 50 milioni per le liste d’attesa a investirne 12. Il resto andrà ai privati o a coprire i disavanzi?

E, in attesa dei nuovi dati, i vecchi numeri delle liste d’attesa restano sconvolgenti: nel monitoraggio che mese per mese ALISA pubblica sul suo sito, vi sono anche i dati “ex post”, sulle prestazioni già effettuate. Sono appena usciti quelli di novembre e ve ne riporto alcuni, assai significativi: su 2041 ecografie dell’addome da svolgere entro 10 giorni, (priorità breve), solo il 38,6% ha rispettato i tempi, il resto è andato oltre (la ASL 3 ha un tasso di risposta del 20% entro i tempi). Delle 3798 mammografie effettuate in maniera programmata (entro 120 giorni) solo il 50% è rimasta nei tempi. Su 609 TAC da svolgere entro dieci giorni, la risposta è stata positiva solo per il 48,3%. E stessi numeri si riscontrano su prime visite ed altri esami diagnostici, in peggioramento dai mesi precedenti.

SKYMETRO. TRA DEROGHE E RINVII, ANCHE LA REGIONE HA DEI DUBBI
Martedì 7 febbraio scadranno i termini per le osservazioni sulla Valutazione d’Impatto Ambientale per la realizzazione del nuovo sistema di mobilità pubblica in Val Bisagno, il cosiddetto Skymetro. Un’opera finanziata con quasi 400 milioni di euro per la cui realizzazione – se vi ricordate le puntate precedenti – sono state forzate leggi e regolamenti, per assecondare i desiderata di Bucci.

In Regione abbiamo assistito a due norme ad hoc: la prima a luglio, con un codicillo che consentiva la deroga alla costruzione sugli argini del Bisagno. E poi a dicembre, con la possibilità di attivare la Valutazione di Impatto Ambientale per quei progetti che non sono ancora definitivi ma per i quali si stia avvicinando una scadenza di finanziamento. Ovviamente, la scadenza del finanziamento riguardava proprio Skymetro. Ma mentre in Regione si attivava la VIA a inizio gennaio, per chiuderla in un mesi, a tempi ridotti, a Roma la Lega ha presentato un emendamento per chiedere di spostare di due anni la realizzazione dello Skymetro.

Un cortocircuito che è indicativo della confusione che corre sovrana nella destra ligure: da un lato Bucci impone a Toti e al suo fido assessore Giampedrone di accelerare il più possibile; dall’altro a Roma chiede di rinviare, perché non è convinto di riuscire a fare tutto in tempo. Se verrà approvato l’emendamento della Lega nel Milleproroghe ci troveremo di fronte ad una situazione assurda per cui si sarà fatta una VIA di fretta e furia – tagliando termini, possibilità di partecipare – sulla base di un presupposto (la scadenza del finanziamento) che alla fine della procedura non esisterà più, visto che i termini saranno spostati.

E in tutto questo, che il progetto continui ad essere fortemente critico lo dicono anche gli uffici della difesa del suolo regionale e l’autorità di bacino: secondo le osservazioni degli uffici non è chiaro se serva o meno una variante urbanistica devono essere escluse interferenze dell’opera con lo scolmatore e sono state rilevate incongruenze con il piano di bacino in alcune stazioni.  Insomma, un enorme pasticcio.

CHIAVARI: RIAPERTURA DEL TEATRO CANTERO.
SI USI IL FONDO STRATEGICO REGIONALE E L’ART BONUS
La prospettiva della riapertura del Cantero di Chiavari è un progetto di speranza e di grance opportunità per tutto il comprensorio. Alcuni giorni fa il Comune di Chiavari ha convocato i Sindaci del Tigullio chiedendo loro sostegno per l’acquisizione del Teatro Cantero dal proprietario e per definire assieme un progetto di rilancio. Ad un anno dall’ultima riunione, la novità espressa dal Sindaco è stata quella della richiesta di un finanziamento alla Regione, per l’acquisto del teatro, in vista della ristrutturazione. Dalla Regione, però, nessuna conferma.

Mi sarei aspettato qualche passo più concreto da parte del Sindaco, e non solo un annuncio. Ma l’obiettivo è importante.  Ho quindi fatto due proposte al Sindaco e alla Regione, in un intervento al Secolo XIX del Levante uscito sabato scorso.

La prima: chiedere di utilizzare le risorse del Fondo Strategico Regionale per sbloccare l’acquisto del Teatro. Su questo presenterò una mozione in aula per cercare di impegnare, già nelle prossime settimane, la Regione a considerare il finanziamento nella programmazione 2024-2026, così come è avvenuto con altri interventi ad hoc per la cultura.

La seconda: arrivare all’approvazione di una proposta di legge regionale che da tempo ho messo a disposizione per il recupero dei teatri e cinema storici, con la possibilità di attivare meccanismi di donazione privati fortemente incentivati: un “art bonus regionale”, con l’obiettivo di accompagnare con risorse private i progetti di recupero e riqualificazione dei luoghi di cultura, come il Cantero di Chiavari.

Il recupero di teatri e cinema storici non è solo un investimento culturale, ma anche una strategia intelligente per sostenere l’identità e il benessere della nostra comunità. La creazione di una legge regionale dedicata potrebbe fornire le linee guida necessarie per incentivare e agevolare tali progetti, creando un quadro normativo chiaro e favorevole.

IL PROSSIMO CONSIGLIO
Domani ci sarà la seduta del Consiglio regionale, vi indico qui un paio di atti che andremo a discutere

Sulla situazione delle politiche tariffarie del trasporto pubblico a Genova e in Liguria: In questi mesi, la questione delle tariffe del trasporto pubblico nella Città Metropolitana di Genova è stata al centro di un susseguirsi di annunci, modifiche e ritrattazioni che hanno creato non solo confusione ma anche preoccupazione tra i cittadini. Vorrei condividere con voi alcune considerazioni su questa situazione intricata. Nel novembre 2023, AMT aveva annunciato le nuove tariffe per il 2024, suscitando molte aspettative, tuttavia, il 1 dicembre la Regione introduce delle tariffe agevolate per gli studenti, escludendo però l’ambito urbano di Genova. L’Assessore al trasporto pubblico, rispondendo a un’interrogazione in aula il 19 dicembre, aveva dichiarato che l’accordo commerciale per l’integrazione tariffaria esclusiva nell’area della città di Genova non risultava essere stato rinnovato. La situazione ha preso un’ulteriore piega critica quando, il 22 dicembre, la Regione, rendendosi conto della discriminazione creata, ha integrato la delibera precedente con due nuove tipologie di abbonamento ferroviario valide nell’ambito urbano di Genova e ha esteso le agevolazioni per gli studenti anche ai treni cittadini. Tuttavia, recentemente è emerso che non ci sarebbe stata alcuna interlocuzione o accordo tra AMT e Trenitalia riguardo alle nuove tariffe, e che AMT avrebbe sospeso i pagamenti a Trenitalia da ben 4 anni. Questa situazione ha portato ad annunci inattesi da parte di AMT, che ha dichiarato che la gratuità per gli under 14 e over 70 non si estenderà ai treni all’interno dell’ambito urbano genovese. Quindi ho presentato un’interrogazione per chiedere cosa intenda fare Regione, anche dal punto di vista economico, per assicurare la stipula di un nuovo accordo di integrazione tariffaria tra AMT e Trenitalia

Sulla caserma di Sestri Levante: come vi anticipato la scorsa settimana le nuove regole del Piano di Bacino attivate dalla Regione, hanno collocato il progetto della nuova Caserma dei Carabinieri di Sestri Levante in una “zona rossa” con pericolosità idraulica molto elevata. La nuova amministrazione comunale di Sestri Levante ha annunciato l’intenzione di cercare un’alternativa per la realizzazione della caserma, nei fatti cancellando il progetto definitivo pronto da anni, con il coinvolgimento di diverse parti interessate. Restano dubbi quindi sulla fattibilità del progetto nella sua attuale collocazione. Con questa premessa, ho interrogato la Giunta per sapere quali iniziative intende intraprendere per verificare, in collaborazione con il Comune di Sestri Levante e l’Arma dei Carabinieri, la fattibilità della realizzazione della nuova caserma alla luce delle nuove regole del piano di bacino. La tempestività e la chiarezza in questa situazione sono fondamentali per garantire il progresso delle opere pubbliche e la sicurezza del territorio.

Sui controlli di sicurezza sugli appalti pubblici in Liguria: Attualmente, sono numerosi i cantieri in corso in Liguria grazie al Superbonus 110%, gestiti da A.R.T.E. e altri soggetti pubblici. Qualche settimana fa, a seguito di un articolo pubblicato su La Repubblica, sono stati sospesi i lavori di ristrutturazione delle case popolari del Cep, in Via Novella, a causa della scoperta di 12 lavoratori in nero impiegati da quattro diverse ditte in subappalto. Inoltre l’ispettorato del lavoro ha evidenziato anche criticità in termini di sicurezza. Visto che è fondamentale che, in appalti pubblici, la sicurezza e la qualità siano prioritarie, l’Amministrazione pubblica deve agire per garantire tali standard . Ho chiesto quindi alla Giunta i motivi per cui non abbia ancora attivato protocolli d’intesa e di controllo delle condizioni di lavoro e delle procedure, in collaborazione con sindacati e organizzazioni competenti.

LA FOTO

Le immagini di Ilaria Salis che affronta la prima seduta del processo a Budapest incatenata mani e piedi e tenuta al guinzaglio hanno rappresentato una vergogna, sono inaccettabili e contrarie a qualsiasi regola di uno Stato di diritto.

Il Governo non può accettare che una cittadina italiana possa essere trattata in palese violazione dei diritti fondamentali, in condizioni detentive incompatibili con i diritti umani.

Bisogna intervenire per poter riportare Ilaria Salis in Italia, dove possa essere eseguita la misura degli arresti domiciliari nel rispetto dei diritti umani e del giusto processo, norme di uno Stato di diritto che l’Ungheria di Orban non sta minimamente rispettando.

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