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Borzonasca: Fatina Sonia, vita e arte di una poliedrica “Super Eroina”

Dopo una lunga sospensione, con il nuovo anno torna la rubrica artistico-culturale “I nostri artisti” del sabato di Levante News, dedicata agli artisti (scrittori, poeti, pittori, fotografi, attori, registi, musicisti, cantanti…) del Levante ligure. E torna il primo sabato dell’anno, coincidente con la festa cristiana dell’Epifania, per tradizione legata alla figura della Befana e dei bambini, a chi dell’attenzione al mondo dei più piccoli, ma non solo, è un’assoluta protagonista. Proprio così, perché quando parliamo di fate ed elfi lo facciamo pensando a realtà incantate destinate a popolare l’immaginazione di bambine e bambini. Ma Fatina Sonia Bianchera ne ha parlato con noi oggi per dimostrare a tutti che così non è: “Le fate esistono veramente ed io sono una di loro”, ci dice Bianchera. Che ha alle spalle un lungo curriculum, se questa parola si può usare anche per le fate.

Nell’ambito sociale, ha conquistato il pubblico diventando la storica Fatina della Liguria, una figura leggendaria degli anni 2000. Investita del titolo di Cavaliere Crociato di Malta e Assisi con Cerimonia Ufficiale dalla Confederazione Internazionale dei Cavalieri Crociati. Suoi i libri “Una fata tra voi” e “Le Fiabe degli Elfi. Come diventare Paladino del Bene”, vincitore del Premio Letterario Alfiere dell’Arte 2020, del Premio In Virtute Artis 2021, del Premio della Critica Letteraria 2022. È anche autrice radiotelevisiva, attrice, artista elfica, crimonologa e filantropa. Ma lasciamo che sia lei a raccontarci di sé.

Come hai capito che saresti diventata una Fatina? “Quando sono nata avevo una fascia dorata sulla fronte che emanava luce e I medici rimasero estasiati di fronte a una bimba che irradiava luce. Inoltre, da ragazzina persone sconosciute per strada mi indicavano sempre come La Fatina o La Castellana, in particolare i bambini come una delle Wings (ndr dalla popolare saga di letteratura per ragazzi sul fantastico mondo delle fate). Avendo seguito per mia scelta anche un percorso di studi spirituali e di oracoli tenuti da studiosi statunitensi, ho scoperto grazie a loro di essere effettivamente una fata. Da lì sono entrata in contatto con maestri superiori che mi hanno svelato un mondo, quello del popolo fatato, che non abita solo nelle favole ma è anche qui, sulla Terra”.

Cosa significa essere una Fatina? “Avere un compito, la missione di portare la bellezza del mondo incantato da cui proviene e lottare per trasformare le cose per riportare su questo nostro pianeta l’umanità, il bene, la fratellanza. Al contrario oggi vediamo prevalere l’egoismo, l’avarizia, tutti qualità negative che dovrebbero essere sostituite invece dall’attenzione e dall’amore verso tutte le creature, anche quelle non umane, come gli animali e gli esseri ultraterreni. Nel mio piccolo cerco di aiutare tutti: persone, animali e il territorio stesso in cui vivo”.

Quali attività svolgi in tale ruolo? “Sono criminologa, scrittrice e filantropa perché mi dedico a fare del bene senza scopo di lucro, pittrice, fotografa naturalista, attrice, speaker come autrice e conduttrice del programma radiofonico, in onda su LP Network, “L’Olimpo di Fatina Sonia” con il regista Ferdinando De Laurentiis, in cui racconto di folletti, case infestate, miti, misteri, leggende, vampiri, licantropi rifacendosi a esperienze che sono state riscontrate in Italia e nel mondo, portando anche consigli elfici per comportarsi in maniera benevola. Presto il programma andrà in televisione, su Sky, incitando a portare nel mondo la bellezza, perché anche quella è magia”.

Ti esprimi anche in campo artistico: sotto quali forme? “Come pittrice elfica, fotografa naturalista, come scrittrice di real fantasy, quindi parlo di tutte queste creature (fate, angeli, elfi, maghi…) che esistono realmente e che ci spalancano un mondo di forza e coraggio. Sono inoltre mecenate nei confronti di artisti che vogliono uscire fuori dall’anonimato, come ho già fatto durante l’esposizione permanente dei miei quadri al ristorante Bronzin Mania a Chiavari, dove ho ricavato uno spazio (mostre-capitoli) dedicato a letterati, master Reiki, floroterapeuti, sensitivi che si esibiscono di fronte a un pubblico durante giornate culturali. I quadri lì esposti, sotto il nome di “Mondi Elfici di Libertà. Percorso sensoriale introspettivo cognitivo”, sono opere a olio, acquerello, carboncino, china, sanguigna, acrilico. Prima di Chiavari li ho esposti in diverse gallerie e spazi privati a Rapallo, Casarza Ligure, Sestri Levante e Santa Margherita”.

Quali sono i temi dei tuoi quadri? “Parlo del valore delle esistenze, attivando i neuroni-specchio così da stimolare l’intelligenza cognitiva ed emotiva, cioè l’empatia, fondamentale per rapportarsi von le persone e con che ciò che ci circonda. Sono raffigurazione di elfi, angeli, fate, creature leggendarie, paesaggi bucolici.

E dei tuoi libri? “Il tema della fiducia in se stessi e della necessità di guardare al di là di noi stessi: affrontano il tema dell’altruismo ed hanno un’impronta psicopedagogica (sono laureata in psicologia), per cui sono adatti sia agli adulti che ai bambini. Sono pieni di disegni e sono fiabe per toccare il cuore e le coscienze al fine di crescere esseri umani migliori, sensibili alle situazioni in cui si trovano sia gli uomini che gli animali”.

L’estate scorsa sei stata premiata all’80^ Mostra del Cinema di Venezia: quale riconoscimento hai ricevuto? “Sono stata ospite due volte: la prima il 31 agosto all’Hotel Excelsior come conduttrice del programma radiofonico che ha avuto un grande successo; la seconda volta il 9 di settembre come Miglior attrice fantasy protagonista del film “Vacanze sul Meschio”

A Venezia eri già stata premiata un anno fa? “Si, sempre per “Vacanze sul Meschio”, un film che è stato girato tutto in Veneto e che si fonda sul sentimento della speranza, che deve permeare tutta la nostra vita, a cominciare da quella del protagonista, che sta attraversando un periodo buio, di lontananza dall’amore, e che ritrova la speranza proprio grazie all’incontro con la Fatina”.

Raccontaci de “L’Olimpo di Zeus”: di cosa si tratta? “È un rifugio per animali salvati che si trova in località Pastine (a circa 6 kilometri dal bivio per Borzonasca): le caprette elfiche, simbolo di libertà per tutti gli animali del pianeta. Una Casa Famiglia che valorizza il territorio, tutela la natura ed è una meravigliosa perla levantina. È completamente autofinanziamento, senza contributi pubblici di alcun tipo dove regna il totale rispetto per la natura e la pace. All’interno dell’Olimpo si trovano il Bosco delle Fate, la Valle degli Elfi dove le caprette ‘vanno in gita’ e il Sentiero Elfico Fatato che è un percorso di educazione emozionale. Una realtà unica e leggendaria nel territorio che per il suo forte impatto quale esempio e ispirazione sulla comunità ha ricevuto la Santa Benedizione di Don Daniele Beronio, in presenza dei Sindaci di Mezzanego, di Borzonasca e della Protezione Civile e dei giornalisti”.

Possiamo dire che proteggere gli indifesi, portare il bene tra gli uomini e nell’ambiente sia la tua missione di vita? “Assolutamente, infatti varie persone che mi scrivono o mi fermano per strada dicendo che sono il Super Eroe dei nostri tempi per i diritti degli animali, dell’ambiente ma anche degli umani”.