Da Renato Lagomarsino, Lascito Cuneo
Si svolgerà questo pomeriggio (sabato 30 dicembre, inizio ore 16) nella chiesa di Soglio il primo dei quattro eventi che gli organizzatori del Concorso “Presepi in Fontanabuona” hanno potuto offrire grazie al sostegno di alcune aziende della vallata che hanno apprezzato l’iniziativa. Le località, oltre a Soglio, sono Leivi (5 gennaio), Favale (7 gennaio) e Cicagna (13 gennaio); le aziende “sponsor” sono La Seristudio, la Seac Sub, la Cosme, la Covim Caffè e l’Ipercoop. Tutte aziende che operano sul territorio e ne sono un pò il “fiore all’occhiello”.
L’evento di quest’oggi è un concerto vocale del coro folk “O Castello” di Favale di Malvaro diretto da Lucia Cavagnaro, che ha un vasto repertorio di canti popolari del passato, alcuni dei quali in genovese e legati alla tradizione natalizia.
La fondazione di questo coro risale al 1984, anche se il debutto ufficiale, al teatro Cantero di Chiavari, avvenne nell’aprile del 1988.
L’idea fu di Peppino Leonardi e Ico Cavagnaro, intenzionati a dar vita ad una “Corale” per la parrocchia di San Vincenzo, ma la successiva intitolazione al Castello (de Ciàvai) è dovuta a Elio Rossi, l’indimenticabile fondatore e primo presidente dell’ormai storica associazione chiavarese attualmente diretta da Mino Sanguineti. Fu lui, assieme a Gianni Carosini, Giuliano Vignolo e Mino Orbolo a rendersi conto delle capacità canore del gruppo e a volergli assegnare il nome dell’associazione.
Nel corso degli anni i successi non si contano, come anche le tournée in Italia e all’estero, compresa l’America con la presentazione del repertorio agli italo-americani, soprattutto genovesi e liguri (e molti fontanini), di New York, San Francisco, Santiago del Cile, Buenos Aires, Lima. Ma anche in Paesi Europei: Francia, Repubblica Ceca, Austria.
“Valorizzare il coro di Favale – dicono gli organizzatori del Concorso Presepi – rappresenta un dovere anche perchè costituisce una peculiarità della nostra vallata, un “portavoce canoro” che ha diffuso il nome della Fontanabuona e di Chiavari nel mondo. I bei costumi tradizionali dei componenti sono un altro motivo che lo fa apprezzare. E poi c’è un elemento particolare che va considerato, e che potremmo definire “ereditarietà”: la partecipazione al coro dei figli dei componenti, che fin da ragazzi entrano a farne parte assicurandone la continuità”.
