L'emozionante prologo dal municipio alla basilica

Cogorno: Addio do Fantin, musica e religione si fondono

Per la prima volta lo spettacolo dell’Addio do Fantin ha un prologo: davanti al Municipio di San Salvatore di Cogorno stasera, poco dopo le 20.30 è partito il corteo dei Cavalieri del Fiesco e degli altri gruppi storici, che hanno accompagnato il conte Opizzo fino alla Basilica di Borgo Fieschi, dove lo attendono gli ospiti per festeggiare con lui l’addio al celibato prima delle nozze di domani con Bianca de’ Bianchi. Gli sbandieratori offrono al festeggiato un “assaggio” dei loro mirabolanti numeri al ritmo incessante della musica dei tamburi. Con alla sua testa le donzelle de Le Gratiae d’Amore, il corteo è salito da piazza Aldo Moro percorrendo la strada che dal centro cittadino porta alla Basilica.

E a suon di musica, come si conviene loro, sono entrate nel Borgo le Gratiae d’Amore, seguite dai dignitari e le dame di corte, gli sbandieratori, la guardia armata del conte, Opizzo. Al che la festa ha avuto inizio. Il primo omaggio è quello portato dagli Arcieri dei Sestieri di Lavagna, la freccia d’oro del Palio d’Arco 2023. Subito dopo la visita delle maestranze e del popolo: il falegname, il maestro d’ascia, il saluto degli abitanti di Cogorno Alta. Ora non manca che l’arrivo di sua eminenza, il vescovo Sinibaldo Fieschi e le danze possono incominciare, accompagnate da una canzone di omaggio alla Madonna, tratte dai codici dei pellegrini risalenti alla prima metà del Tredicesimo secolo che confermano quanto la religione fosse legata alla danza.

Anche un duello alla luce delle torce in omaggio del conte Opizzo. Da Finale i Sonagli di Tagatam hanno festeggiato con tutti i convitati l’arrivo in tavola di quello che viene solitamente chiamato il “sontuoso porco”, lungamente cotto per l’occasione, simbolo di questo banchetto, tagliato dai Cavalieri del Conte. Anche quest’anno i trampolieri lasciano stupefatto chi li guarda, capaci come sono di movenze esotiche dalle loro verticose altezze. Prima dei giullari sputafuoco è il momento dell’arrivo dell’araldo, il messaggero, Guglielmo da Masserano – introdotto dai Sestieri di Lavagna – che annuncia a Opizzo il matrimonio. Infine, Musici e Sbandieratori innalzano al loro Signore il giuramento di fedeltà. La vera conclusione è rappresentata dalla roboante danza di luce delle torce degli Iannà Tampe, seguita dalle Gratiae d’Amore, accompagnate dalla coinvolgente musica dei Sonagli di Tagatam.