Chiavari: Nicola Gratteri: "Il 41 bis resti così com'è. Si esce collaborando come Brusca" - LevanteNews
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"i tribunali piccoli non funzionano"

Chiavari: Nicola Gratteri: “Il 41 bis resti così com’è. Si esce collaborando come Brusca”

Questa sera il Festival della Parola edizione 2023 ha chiuso la sua prima giornata ospitando l’incontro “Riflessioni sulla Legalità” con il procuratore antimafia Nicola Gratteri, moderato da Pierluigi Senatore. Una vera e propria ovazione ha accolto il procuratore di Catanzaro al quale gli studenti delle scuole hanno consegnato il Premio Futura, ideato l’anno scorso. Oggetto delle riflessioni è stata la presenza della criminalità organizzata in Liguria, nello specifico dell’ndrangheta, di cui è attestata l’attività consolidata di tre locali: a Lavagna, a Genova e a Ventimiglia. Qui l’ndrangheta coordina il passaggio verso il Portogallo della cocaina. A Genova l’anno scorso è stato catturato uno tra i quattro latitanti più importanti in questo ramo.

“Ci sono punti d’eccellenza economico-turistico in Liguria e le mafie le troviamo dove c’è denaro. Le mafie mutano con il mutare sociale, non sono una struttura statica, ci assomigliano sempre di più, ma c’è una differenza tra noi e loro: sono molto ricchi. Dopo il Covid hanno comprato a prezzi bassi. Negli ultimi decenni non uccidono più, oggi non c’è bisogno più degli spari perché l’impiegato mette la firma dove va messa. La magistratura attualmente non riesce a recuperare quel gap di credibilità perso (oggi al 36%). Dopo il caso Palamara il Csm avrebbe dovuto essere sciolto”, afferma netto Gratteri. Che continua: “Per la mia Regione vorrei le stesse infrastrutture del Veneto; di queste cose si alimentano le mafie. In cambio dei fondi del Pnrr l’Europa ci ha chiesto di velocizzare i processi, ma questo vuol dire che dopo un certo numero di anni la sentenza di primo grado non è più efficace secondo la nostra normativa”.

I tribunali piccoli (il riferimento a quello chiuso a Chiavari nel 2013) non funzionano, secondo il procuratore. “Mancano gli uomini delle forze dell’ordine, questa è la realtà. Io non sono contrario alle opere pubbliche ma deve esserci programmazione. Non si può liberalizzare il subappalto, come di nuovo chiede l’Europa, perché solo l’impresa mafiosa lavora al ribasso chiedendo la mazzetta. Si discute di limitare le intercettazioni in nome della privacy: il nome delle persone non coinvolte non vada sui giornali, detto questo i cittadini hanno diritto di sapere i nomi di chi è indagato, cosa che però non si può fare perché lo impedisce la riforma Orlando”.

Da un po’ di anni l’Italia non ha più investito in tecnologia, “nonostante ritenga la Polizia italiana la migliore del mondo, mentre in altri paesi del Sud America, in Francia le Forze dell’Ordine hanno creato sistemi di messaggistica propri e paralleli. Dobbiamo tenere il passo anche noi, anche così si combatte la mafia”. Il procuratore Gratteri ha lanciato anche l’allarme sul fatto che la guerra russo-ucraina possa essere un enorme fonte di guadagno per la mafia, come è stato durante la guerra in ex Jugoslavia. “Dopo la guerra le mafie ucraine torneranno e si aggiudicheranno una parte della spartizione. Sarebbe stato bene mettere un Gps alle armi che si inviano nel paese. Speriamo bene”.

Sull’articolo 41 bis del codice di procedura penale – il cosiddetto carcere duro ai mafiosi istituito per impedire che i capi mafia in carcere inviassero all’esterno messaggi di morte – Gratteri ha ribadito che deve essere lasciato, anzi che ritorni nella forma originale, siano costruiti quattro carceri appositi, che se ne può uscire collaborando, come ha fatto Brusca”. Nonostante un’intera vita trascorsa sotto scorta, Nicola Gratteri ha dichiarato di essere libero perché “mi sono costruito una vita in cui posso dire sempre quello che penso. Sono libero dentro”.