Giornata della memoria

Sestri: Testimoni di Geova, una mostra sulla persecuzione di una minoranza dimenticata

Questo pomeriggio alle 17 il comune di Sestri Levante e Mediaterraneo Servizi, tramite il MuSel (Museo Archeologico e della città) il Sistema Bibliotecario Urbano, Anpi e Biblioteca Universitaria di Genova, hanno inaugurato a Palazzo Fascie le mostre “I simboli cuciti nelle vesti. Internati per la fede: i testimoni di Geova” e “Voci dell’Olocausto”. Entrambe le esposizioni rientrano negli eventi organizzati in occasione della Giornata della Memoria.

“I simboli cuciti nelle vesti”, curata da Domenico Criaco e allestita in Sala Bo, al primo piano, in collaborazione con l’Associazione Poliedrica di Chiavari, testimonia le persecuzioni durante il regime nazista a partire dalla sua ascesa e in seguito le deportazioni nei lager subite da parte di un gruppo in ragione della sua credenza religiosa, i testimoni di Geova. Fin dal 1933 i Testimoni di Geova denunciarono pubblicamente le violazioni a loro danno attraverso una serie di pubblicazioni, tra cui la rivista “Svegliatevi”; furono questi atti molto probabilmente a rendere la persecuzione ancora più intensa. Nel 1934, ricevute numerose proteste da parte di questa minoranza di ogni parte del mondo, Hitler dichiarò: “Questa genia sarà sterminata in Germania!”. La vicenda della loro persecuzione è in parte ancora oggi sconosciuta e dimenticata dalla storia. Il simbolo con il quale venivano riconosciuti uomini, donne e bambini di quel credo nei campi era un triangolo viola, applicato sopra la casacca a strisce con cui erano vestiti gli internati. Ai testimoni di Geova veniva offerta la libertà a condizione che rinunciassero alla fede firmando una dichiarazione.

Ha presentato l’inaugurazione l’assessore alla cultura Maria Elisa Bixio: “La memoria è fondamentale per riconoscere, come dice la senatrice a vita Liliana Segre, quei virus di ignoranza che ci impediscono di vedere e far sì che vengano trasmessi intatti i valori su cui si fonda la nostra Repubblica, memoria, libertà e giustizia – afferma -. Ringrazio tutti coloro che con noi hanno contribuito all’organizzazione”.

Luisa Costa di Poliedrica ha spiegato com’è nata l’idea delle due mostre: “L’anno scorso da turista ho visitato le mostre alla biblioteca universitaria a Principe, mi sono entusiasmata e mi sono detta ‘Perché non portarle in Riviera?’. Ne ho subito parlato con Marzia Dentone del MuSel, che ha accettato senza alcun riserbo e ci siamo gettati in questa avventura”.

“Da tanti anni collaboriamo con il Comune e con le scuole, sia per la Giornata della Memoria sia per il 25 aprile. Abbiamo già tante prenotazioni dagli istituti, cercheremo di organizzarle sulle due settimane a disposizione – dice Ornella Visca dell’Anpi di Sestri Levante -. La troppo poca volontà di perseguire vie pacifiche nelle relazioni tra gli stati scatena guerra, ultimamente anche molto vicino all’Europa, e vivere oggi la Giornata della Memoria significa riflettere su questo”.

Domenico Criaco, il curatore de “I simboli cuciti nelle vesti” ha portato i saluti del direttore della Biblioteca Universitaria di Genova. “Sono un testimone di Geova, ho deciso di allestire questa mostra perché è una realtà dimenticata. Sono stati perseguitati in quanto obiettori di coscienza e quindi oppositori della guerra. Siamo partiti dalla frase di Heinrich Heine (“Là dove si bruciano libri, si finirà per bruciare uomini”). Infatti, già dal 1933, quando venivano arrestati ai testimoni di Geova venivano bruciati i libri. Bruciare i libri vuol dire bruciare la memoria e raccontare la storia come a te piace. Dedicando la propria vita a Dio e non a un capo terreno, i testimoni di Geova avevano capito prima degli altri dove avrebbe portato il regime”.

La mostra contiene parte di rassegna stampa: italiana (dove ovviamente compaiono commenti solidali alla propaganda nazista il giorno dell’incendio del Reichstag e riferimenti ai sovversivi comunisti); francese (dove è invece presente la notizia di 20mila libri bruciati e una vignetta che raffigura Hitler da solo in un stanza con gli scaffali vuoti!). Poi inizia il racconto della vita nei lager, un casacca a strisce e il nome in tedesco del triangolo di stoffa cucito nelle vesti con il numero: Winkel. Il primo pannello raffigura i simboli, tramite i quali toglievano la dignità alle persone, trasformando gli uomini in oggetti, nessuno era escluso: il triangolo rosso per i deportati politici, verde per i criminali comuni, blu per gli immigrati, viola per i testimoni di Geova, rosa (con intento chiaramente derisorio) per gli omosessuali, nero per gli asociali, marrone per i Rom e i Sinti. A fianco un pannello che riporta una Bibbia del 1600, traslitterata in latino, una delle poche sfuggite ai roghi perché scritte in ebraico. Un terzo pannello racconta, dal 1933 al 1945 -quando i testimoni di Geova hanno 7000 proclamatori – l’intera storia delle persecuzioni. Dai QR code presenti sui pannelli si possono approfondire le testimonianze, tra le altre, di Maria Hombach e del musicista Erich Frost che durante la sua reclusione nel campo di Sachsenhausen con l’aiuto dei suoi compagni di prigionia compose un cantico, che sarà illustrato da un internato. I disegni del cantico musicato da Frost costituiscono la seconda parte della mostra.

Nel percorso della mostra si trovano dei codici QR, che, scansionati, consentono di accedere a contenuti di approfondimento (per esempio relativi ad autori di libri bruciati). È stata inoltre allestita una postazione video per visionare il documentario “I Testimoni di Geova, saldi di fronte all’attacco nazista”, che ricostruisce quanto accaduto. Vi sono raccolte le testimonianze di oltre venti persone sopravvissute ai campi di concentramento e sono riportati i commenti di dieci storici.

“I simboli cuciti nelle vesti” e “Voci dell’Olocausto” sono visitabili gratuitamente fino a domenica 5 febbraio, con orario di apertura 9-13 e 14-17. Sono previste anche visite per le scuole su prenotazione a cura di Anpi di Sestri Levante – Sezione Brigata Zelasco.