Oggi il Consiglio regionale ha ricordato con un minuto di silenzio Andrea De Mattei, il 14enne canoista di Sestri Levante morto a seguito di un incidente nel fiume Entella. Dopo la speranza e tre giorni in cui le “macchine” non sono riuscite a restituire la vita al ragazzo, ora la giustizia cercherà di capire se sono state compiute imprudenze e se Andrea poteva essere salvato. Lo chiede anche con grande dignità la madre Monica Stagnaro.
Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini dovrà esaminare i primi rapporti, dei vigili del fuoco e della polizia di Stato; la cartella clinica. Rendersi conto se a causare il primo arresto cardiaco sia stato un malore; il freddo, l’avere ingerito acqua. Ossia se la situazione era già compromessa dopo l’impatto col tronco d’albero. E ancora il tempo intercorso tra l’incidente e il recupero del corpo; il tempo impiegato per rianimarlo; il tempo trascorso prima dell’arrivo in ospedale con un elicottero partito da Albenga. E in che stato era la canoa? E, pur non essendovi alcun divieto, era opportuno effettuare l’allenamento lungo l’Entella? E quale autorità avrebbe dovuto porre un eventuale divieto?
Tutte domande cui un pubblico ministero deve trovare riposte. Al momento tuttavia non vi sarebbero persone indagate e l’inchiesta potrebbe essere archiviata. Motivo di consolazione sapere che tre persone troveranno un beneficio grazie alla donazione di reni e fegato. Anche se questo potrà soltanto consolare la mamma e la sorellina di Andrea, ma non lenire il dolore.