Domani si ripete

Chiavari: alla Fiera di Sant’Antonio le tradizioni resistono

Una classica giornata d’inverno, fredda ma soleggiata, ha accolto la Fiera di Sant’Antonio, tradizionale appuntamento del gennaio chiavarese, poco dopo i festeggiamenti per l’inizio del nuovo anno e appena terminate le feste natalizie. Quest’anno tante le bancarelle (461), tutte le vie principali coinvolte. A fianco dell’abbigliamento, che puoi trovare anche sul mercatino settimanale ogni venerdì, articoli casalinghi e prodotti alimentari: la vera specialità della Fiera.

Quindi pentole, piatti, tovaglie, aspirapolveri, tappeti. Accanto ad essi particolari sculture fatte in India. Un poco più in là fiori in tessuto. Da via Delpino si arriva in corso Garibaldi ed ecco che si sente l’inconfondibile odore, la porchetta. L’azienda “Il Giotto della porchetta” viene da Chiesetta Uzzanese, in provincia di Pistoia; è un continuo chiedere panini farciti e fette tagliate ad arrosto. Roger ci spiega le caratteristiche: cotta a fuoco a legna, con sale, pepe e aglio, sempre così dal lontano 1965. “Il Giotto della porchetta” è presente sulla Fiera di Sant’Antonio ininterrottamente da vent’anni. I clienti fanno il giro di tutti i banchi per comprarla da loro. Insieme alla porchetta gli immancabili hot dog e patatine fritte, così come i dolci, dal croccante alle frittelle allo zucchero filato.

Dici fiera e vengono subito in mente le interminabili dimostrazioni delle funzionalità dei complicatissimi elettrodomestici da cucina, il lustrascarpe, libri e giocattoli antichi e i prodotti agricoli. Era per questi che una volta dalle vallate circostanti i contadini si prendevano una pausa dal lavoro quotidiano e scendevano per fare nuovi acquisti sulla Fiera. Quest’anno è tornata anche la parte agricola lungo il fiume Entella, dall’inizio a metà di viale Kasman. In esposizione piante, concimi, attrezzi, ma anche vino, miele, marmellate e formaggi.