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Libro su "spiritualità e lavoro"

Varese Ligure: Reati e Gori svelano i segreti delle suore di clausura

Varese Ligure monastero

Da Viviana Gori

Domenica 11 settembre, alle ore 15 presso il Castello di Varese Ligure, presentazione del libro di Ettore Reati e Viviana Gori “Spiritualità e Lavoro – Sciuette, Dolci, Sapere e Arte delle Monache di Clausura di Varese Ligure”.

locandina presentazione

Il Monastero di Clausura di Varese Ligure fu fondato agli inizi del Seicento e nel 1652 divenne di clausura.
Dalla sua costruzione è stato votato alla austerità e spiritualità. Con il suo grande hortus conclusus una testimonianza di indipendenza del convento a livello produttivo.

Dalla nostra ricerca durata circa tre anni risulta che all’interno del convento le suore coltivavano erbe aromatiche e verdure, lavoravano indumenti per la popolazione, tessevano canapa e lino, rilegavano libri, avevano una spezieria. Preparavano funghi secchi, la frutta dell’orto veniva usata anche per preparare marmellate e confetture, con le rose veniva prodotto lo sciroppo, vi era un alveare, una conigliera e un pollaio.

La vendita e i contatti con l’esterno avvenivano attraverso la ruota “il curlo” che permetteva alle suore di non essere viste. Producevano molti dolci come: amaretti, castagnette, biscotti a forma di esse, canestrelli e persino torte per cerimonie.

La loro grande specialità erano le sciuette la cui ricetta era tramandata verbalmente da una suora all’altra. Erano di pasta di mandorla, rappresentavano fiori e frutta ed erano un trionfo di colori preparati con i prodotti dell’orto. Avevano la particolarità di essere leggerissime perché vuote all’interno e questo ne ha aumentato il mistero.

Nonostante la clausura le suore dimostravano anche una spiccata imprenditorialità monastica:

– a fine Ottocento i funghi secchi arrivano all’illustre maestro Gioacchino Rossini a Parigi

– Nel 1853 in un dizionario geografico è riportato che le suore si occupavano di fare paste dolci

– Nel 1884 le suore inviano paste dolci all’esposizione generale di Torino

– A fine Ottocento i Sacerdoti Remondini scrivono che funghi e dolci di pasta di mandorle venivano spediti in America

– Negli anni Quaranta del secolo scorso anche l’industriale Angelo Motta cercò di farsi svelare (inutilmente) la misteriosa ricetta delle sciuette dalle monache

Nel 2012 il monastero ha chiuso ma già negli ultimi anni le poche anziane suore rimaste producevano raramente le sciuette.

Nel libro sono anche pubblicate alcune foto del 2005 all’interno del convento, vari attrezzi per lavorare le mandorle, il campanello che gli uomini addetti ai lavori di fatica nell’orto dovevano legarsi in vita affinché le suore non uscissero all’esterno, alcuni ex voto ricamati e dipinti dalle suore e una straordinaria serie di carta intagliata a pizzo dalle suore utilizzata per i vassoi delle sciuette e molto altro ancora da scoprire.

 

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